Alcune linee guida


Quando siamo arrivati per la prima volta nel frutteto non riuscivamo a districarci dai rami che si intrecciavano tra di loro e con loro i nostri corpi…il selvaggio che avanzava. Dovevamo decidere i lavori da effettuare e decidemmo che la potatura degli alberi, insieme al taglio delle erbe infestanti erano la prima cosa da fare. Iniziammo la potatura quando già gli alberi erano in ripresa vegetativa e le giornate di settimana in settimana si allungavano visibilmente. Ricordo di quando la vite aveva fatto da cappello all’enorme fico all’estremità del canneto. Eravamo arrampicati in cima all’albero, tirando a più non posso i rami della vite. Sembrava di avere a che fare con dei tentacoli di una enorme piovra che si erano avvinghiati alla preda risucchiando luce ed aria. In quel momento ho alzato lo sguardo e mi convinsi che la stagione stava cambiando: il sole al tramonto era più vivo che mai.

La VITE fu la prima pianta che iniziammo a potare. Abbiamo iniziato l’avventura con il bagaglio nozionistico tramandatoci dai nostri genitori ed alle informazioni acquisite durante le giornate di potatura con alcune persone del gas di Calci. La vite si dice che vada potata prima che tagliandola, pianga. Difatti quando ricomincia la ripresa vegetativa, nella pianta inizia a scorrere con vigore la linfa. Nella vite questo processo è più visibile che in altre piante da frutto che abbiamo potato. Molti rami erano secchi, per cui la difficoltà stava nel capire quanto della pianta dovevamo tagliare, distinguendo il ramo secco da quello verde. Per far ciò abbiamo potato procedendo a ritroso: dalla fine del ramo, fino alla sua congiunzione con il resto della pianta, tagliando tutto quello che della pianta era morto. Avremmo potuto tagliare molto di più perché negli anni passati non erano state fatte potature e le piante erano cresciute a dismisura, ma abbiamo deciso di non farlo per evitare di far soffrire troppo le piante e per dare loro la possibilità di fruttificare.

La vite faceva da confine al frutteto in cui erano piantate circa 20 piante da frutto, tra cui meli, peri, susini, albicocchi, ciliegi, prugni e pesc hi. Procedemmo la potatura seguendo il criterio di dare luce ed aria alle piante. Negli anni precedenti erano cresciute talmente che era difficile camminarci sotto.  Laddove aria e luce non arriva, la vegetazione soffre e di conseguenza nessun frutto si svilupperà sulla pianta. La ripresa vegetativa era avanzata anche in questi alberi per cui ci limitammo ai tagli principali: rami secchi, rami malati, rami che invadevano piante limitrofe e rami che competevano tra di loro, polloni, succhioni. I polloni sono dei rami che spuntano dalla base della pianta e tendono a crescere con vigore; è come se la pianta si duplicasse e destinasse parte della sua forza ad un’altra pianta. I succhioni invece sono dei rami molto vigorosi che tendono a crescere verticalmente rispetto al suolo. In genere i succhioni nascono laddove precedentemente è stata fatta una potatura: la pianta per sopperire alla mancanza dovuta alla potatura reagisce. Non tutti i succhioni così come non tutti i polloni vanno eliminati, dipende dal caso, in particolare se voglio rinnovare la pianta farò un errore a tagliare il pollone, così come farò un errore a togliere tutti i succhioni perché la pianta reagirà con dei nuovi.